Sono partito leggero, come sempre.
Nevicava da non vedere a un metro, sulla Firenze-Bologna, ma io sfrecciavo, in
corsia di sorpasso, sprezzante dei mezzi spargisale, all’inseguimento di un futuro
prossimo circostanziale, del contingente salariale, la locomotiva d’Europa. Me
ne sono andato perché dove è un’idea così piccola che non mi fa nessun effetto traslare
la vita di altri millequattrocento chilometri, la non località dell’essere, un
salto di nove fusi, quanto di rivoluzione postmoderno.
Adesso guardo lungo la strada, c’è
ancora neve. Guardo oltre le Alpi e vedo un cuore gravido e tumefatto, intuisco
una patria sorretta da figli maltrattati e onorata dagli esuli, Italia in
contumacia, amore cubitale costretto al confino. Penso al non ritorno, nonostalgia,
perché chi è tornato, o è sempre Stato, ha deciso che tutto deve rimanere,
accadere seriale, ripetere.
La radice tira, si tende, prova ad
affondare nel mio terreno fertile, squarcia il marciapiede su cui cammino,
appesantito, tracciando la neve con il marchio dello stivale. I miei piedi sono
freddi come tutta la Germania e dicono
Facciamo una rivoluzione bella. Una rivoluzione leggera,
così leggera che salga le scale, senza bisogno di ascensori. Facciamola con le
mani sporche di lavoro, che affondi le dita nella terra appena smossa e scriva
poesie. Facciamo una rivoluzione con le orecchie, che ascolti bene prima di
parlare, e facciamola con la bocca, perché parli di futuro e sorrida sempre. Facciamola
col naso, che trasformi l’odore umido dell’asfalto in colonie di musica e
colore. Facciamola anche con la lingua, perché possa leccare tutto il mondo e
farne parole nuove; una rivoluzione con gli occhi, che abbia lo sguardo
profondo di chi sa leggere tra le righe. Facciamo una rivoluzione con la carta
e l’inchiostro, la tela e il pennello, con l’anima e con la testa, una
rivoluzione che sia uomo e donna, così bella che disarmi l’ignoranza. Facciamola
con la neve, anzi, bella come la neve, che nessuno lo ha mai capito ma è bella
perché scende leggera e copre ogni dettaglio, ma rivela la Storia.
eppure avresti dovuto apprezzare un inconfondibile profumo, un acuto... "odore di sinistra" .. scaturito dal ..." forte profilo di governo e di cambiamento" ...
RispondiEliminail tempo passa, per quanto lo si possa programmare, magari ti si presenta un'occasione fortunata, irripetibile, allora non lasciartela sfuggire
che dici fra, meglio le relazioni a distanza o in loco? io sono indeciso, questo intanto era un piccolo moto di gelosia od orgoglio, vedi un po' tu.
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